mercoledì 6 dicembre 2017

Teoria dei neuroni specchio

Neuroni specchio nelle scimmie. Il primo animale in cui i neuroni specchio furono individuati e studiati è il macaco. In questa scimmia i neuroni specchio sono stati localizzati nella circonvoluzione frontale inferiore (chiamata regione F5) e nel lobo parietale inferiore. In seguito, il gruppo di Parma dimostra l’esistenza anche nell’uomo di un sistema di neuroni specchio basato sul sistema motorio.


I dati provenienti da tali ricerche non dovrebbero sorprendere proprio per la vicinanza genetica esistente all’interno del gruppo dei primati, in cui è ovviamente compreso anche l’uomo. Sebbene tutti questi neuroni , diversamente dai primi, non siano dei neuroni specchio in senso stretto, poiché non si attivano sia per percezioni che per movimenti, per il loro evidente collegamento funzionale con i primi hanno originato l’idea di “ sistema mirror” allargato, a cui è stato dato il nome di “ sistema dei neuroni specchio ”.

I neuroni che fanno quelle cose esistono, ed esiste il sistema dei neuroni specchio. A cosa serva questo sistema è invece, finora, solo speculazione. Nel tempo sono state proposte diverse ipotesi, di astrazione via via crescente. Una delle prime ipotesi fu che i neuroni specchio potessero servire all’apprendimento per imitazione. Ramachandran, che ha conseguito il dottorato in neuroscienze all’università di Cambridge, e Lindsay M. Oberman hanno studiato il legame tra l’autismo e il sistema dei neuroni specchio al Center for Brain and Cognition dell’università della California a San Diego (UCSD).


Scoperti nei macachi, i ricercatori osservarono che alcuni gruppi di neuroni si attivavano non solo quando gli animali compivano una determinata azione, ma anche. Questa è la nostra vera conoscenza, quella basata sul sistema motorio e sulle nostre esperienze sostiene il Prof. La scoperta dei “neuroni specchio ” ha comportato dei cambiamenti sul piano della comprensione dei processi mentali.

Essi consentono al nostro cervello di correlare i movimenti osservati a quelli propri e di riconoscerne così il “significato”. Qualcuno di voi ha mai sentito parlare dei neuroni specchio ? Ebbene si tratta di una scoperta nel campo delle neuroscienze avvenuta per caso negli anni ‘della quale si è parlato molto negli ultimi anni perché ritenuti alla base dell’imitazione, della teoria della Mente e dell’empatia. Si tratta del processo per cui le azioni ed emozioni altrui non ci sono indifferenti, anzi suscitano in noi una risposta empatica.


La differenza sostanziale è che il sistema umano dei neuroni specchio codifica atti motori transitivi e intransitivi. Considerati complessivamente, questi risultati ci persuadono dal pensare che il sistema dei neuroni specchio in soggetti autistici sia alterato. In un precedente post avevo già parlato del ruolo dei neuroni specchio e della loro importanza per le interazioni umane.


Pertanto il sistema corticale dei neuroni specchio è formato da due principali regioni: la corteccia premotoria ventrale ed il lobo parietale inferiore. Empatia e neuroni specchio. La scoperta dei neuroni specchio si deve al gruppo di ricerca dell’Università di Parma, guidato da Giacomo Rizzolatti, che, tra gli anni ’e ’9 durante un esperimento condotto per studiare il ruolo della corteccia premotoria del macaco, osservò un’attivazione neuronale inaspettata che divenne presto oggetto di svariati studi elettrofisiologici.


I soggetti autistici mostrano invece una risposta solo alle azioni dirette verso l’osservatore. I ricercatori spiegano questi risultati in termini di un deficit del sistema dei neuroni specchio che porta a compromissioni nella simulazione di azioni egocentriche e un deficit nella rappresentazione generale sé-altro. I neuroni specchio sono una delle scoperte più affascinanti delle neuroscienze, dovuta a Giacomo Rizzolati dell’Università di Parma.


Rizzolati e il suo team stavano conducendo esperimenti sui neuroni motori (che trasportano segnali dal midollo spinale ai muscoli per produrre il movimento) monitorando l’attività cerebrale di alcune scimmie. Un giorno, un assistente di laboratorio. Oggi non ci sono nell’uomo registrazioni di singoli neuroni con proprietà simili a quelle dei neuroni specchio dell’animale. Quindi non c’è una prova diretta dell’esistenza dei neuroni specchio nell’uomo, se per prova diretta si intende una registrazione a livello del singolo neurone. I neuroni specchio agiscono allo stesso modo sia quando siamo noi a compiere un azione sia quando osserviamo compierla ad un’altra persona.


Il fatto che il nostro cervello reagisca allo stesso modo spiega l’apprendimento per imitazione, l’emulazione e anche l’empatia, perché viviamo l’azione di un altro come se fosse la nostra e ci aiuta a capirla.

Alcuni studiosi ritengono che il sistema dei neuroni a specchio possa simulare alcune azioni osservate e contribuire così allo sviluppo di una teoria della conoscenza o teoria della mente. L’elaborato si propone di esaminare il ruolo della Teoria della Mente (ToM) e dei neuroni specchio nella comprensione degli stati mentali degli altri. Sia la Teoria della Mente che il sistema mirror sono considerati meccanismi alla base dell’intersoggettività.

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